Videogiochi

Gaming: non è più solo un “gioco da ragazzi”

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Scordatevi lo stereotipo dei ragazzi che giocano al computer, Xbox o Playstation per ore e ore. Non è un gioco da ragazzi e, finalmente, se ne stanno accorgendo tutti. Sempre più eventi e tornei di eSports stanno aprendo le porte a una fetta femminile del mercato che si fa sentire a gran voce.

Secondo gli ultimi dati, il 46% della popolazione gamer è donna. E continuano a crescere gli eventi che lasciano spazio alle ragazze, tra cui l’edizione olandese della DreamHack, e che stanno confermando quella che per molti è un dato inaspettata, ma che non è certo una novità: essere gamer non è più un taboo e sempre più ragazze si avvicinano al mondo del gaming, conquistando l’attenzione dei media.

Giocano in streaming su piattaforme come Twitch e Caffeine, usano i migliori accessori per giocare e non si tirano indietro quando c’è da battersi in un sparatutto in prima persona. Nonostante ciò le gamers sono ancora trattate come una presenza quasi irrilevante nel mondo dei videogiochi e degli sport online.

Videogame? Una cosa da donne

Il mondo degli eSports è così affascinante che il bacino di audience interessata al fenomeno cresce giorno dopo giorno. Tuttavia è caratterizzato da una forte connotazione maschile. La cultura femminile dei videogame a partire dagli eSport è piuttosto interessante perché permette molte riflessioni sul tema ed è un’ottima occasione di dibattito.

Proprio per questo motivo fa piacere vedere sul palco degli eSports del DreamHack Rotterdam Counter-Strike: Global Offensive le ragazze del team Beşiktaş eSports, vincitrici del DreamHack Showdown,  che si scontrano a Counter Strike in un torneo con altri sette team al maschile.

Campionati di esports al DreamHack Rotterdam

Fonte: DreamHack Rotterdam

Oggetto di discussioni accese tra chi si domandava se fosse giusto che partecipassero al torneo “rubando” un posto a qualche team più conosciuto, la risposta, secondo noi, è sì. Si sono qualificate al DreamHack di Valencia, hanno regalato una performance di qualità, quindi perché non dovrebbero meritarlo?

Gamer, Streamer e Caster

Un’altra presenza femminile al DH Rotterdam è Mathia Koolhout, conosciuta su Twitter e Twitch come @MathiaTV. La streamer si pronuncia rispetto al numero crescente di ragazze nel mondo del gaming, e dichiara che i gamer non sono solo maschi, chiaramente, ma ancora oggi la maggior parte delle donne è vittima di stereotipi di questo genere.

Mathia, che conta oggi con 26.000 follower, ribadisce che sempre più ragazze giocano ai videogiochi e molti videogiochi iniziano a essere inclusivi per le ragazze.

Videogame sono solo per maschi?

Ed ecco un altro esempio di strong women arriva ancora dalla Rotterdam Games Week: Frankie Ward (@getfrank) e Christine Chi (@omgitspotter) fanno parte del desk di caster dell’Open CS:GO alla DreamHack Rotterdam.

Due voci note (e apprezzate) al grande pubblico gamer, una inglese e l’altra americana, Frankie e Christine sono la prova vivente che le ragazze hanno tutte le carte in regola per farcela: Frankie ha vinto il titolo di Presenter of the Year agli UK Esports Awards nel 2018, Christine è una gamer pro di Counter Strike: Global Offensive.

“Can a girl be a gamer?” e altri stereotipi

Nonostante i tanti passi in avanti è noto a tutti che le donne sono vittime di forme di discriminazioni anche nelle principali piattaforme di streaming, dove spesso preferiscono nascondere il genere onde evitare di inceppare in polemiche e insulti.

Per questo è importante evidenziare altri esempi di donne che stanno cambiando l’industria dei videogame, affinché il binomio donne e videogame sia sempre più normalizzato. Sapevate che Jade Raymond, ex executive di Ubisoft Toronto e Electronic Arts, che ad oggi è a capo dello sviluppo della piattaforma di gaming firmata Google: Stadia Games and Entertainment.

La Raymond che ha partecipato allo sviluppo di videogame del calibro di Star Wars Battlefront II, ha vissuto anche momenti di forti critiche con EA Games con numerose polemiche per la presenza di donne in Battlefield V in quanto “storicamente inaccurato”. L’intera EA ha preso una netta posizione contro le critiche invitando i detrattori a non comprare il gioco.

C’è chi scommette che il 2020 sarà l’anno delle donne nel gaming: sono sempre più le community al femminile, come l’organizzazione internazionale Women in Gaming che organizza meet up e occasioni di incontro in diversi paesi del mondo.

Sono in continuo aumento anche le forme di partnership che avvicinano settori tipicamente femminili al mondo del gaming: un esempio è l’iniziativa del marchio beauty Sephora che si è schierata come sponsor al Girlgamer Esports Festival.

Speriamo davvero che l’anno nuovo sia foriero di iniziative tutte al femminile!

 

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Che dire, non so stare senza smartphone, mi piace passare serate sul divano guardando Netflix e, incredibilmente, posso stracciarti alla play.