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5 cose che devi sapere su Zepeto, il social dei millennials

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Pensi di essere il re della tecnologia, ma non hai ancora sentito parlare di Zepeto? Non ti preoccupare, ci siamo qui noi per raccontarti cos’è Zepeto e perchè fa impazzire i giovani. Dopo gli arcifamosi Facebook e Instagram, Spotify e Musically, tra gli Under 20 spopola una nuova gaming app: Zepeto.

Forse è il caso di parlare di simulation games e realtà virtuale. Un controsenso, un ossimore assordante no? Come può essere reale qualcosa di virtuale e vice versa? Con questo termine si intende una realtà simulata che, nel caso di Zepeto, va a creare un’alternativa ai social media tradizionali. Una sintesi tra gamification, tipica dei videogiochi come Pokémon Go, e una vita sociale che permette di stringere amicizie in tutto il mondo senza dover fingere troppo.

Come funziona Zepeto, l’app dei millennials?

In cosa consiste ZepetoNon sai che cos’è Zepeto? Ti ricordi dell’immenso successo di Second Life, il gioco virtuale che permetteva di creare un avatar con una vita digitale in tutto e per tutto simile a quella reale? O, ancora, come scordare il boom di The Sims, che ancora oggi è sold-out ad ogni nuova versione? Ad unire i due concetti arriva Zepeto, colmando quel gap che sta facendo impazzire i millennials di tutto il mondo: se su Instagram, Facebook e Snapchat ci si mette la faccia (tralasciando filtri e profili falsi), qui si crea un avatar che interagisce al posto tuo. La febbre di Zepeto inizia in Oriente, arriva in Sud America e poi in Europa, “contagiando” anche l’Italia.

Dati alla mano, Zepeto è stata l’applicazione più scaricata in Italia durante il mese di novembre. Un vero e proprio boom di download dell’app che in pochi click ti permette di giocare e conoscere amici virtuali da tutto il mondo. Per iniziare basta scattare un selfie e Zepeto creerà un avatar 3D partendo dalle caratteristiche del volto. Vediamo subito qualche chicca su questa nuova app!

1. Coinvolge i millennials tra 14-19 anni

Se hai già compiuto 20 anni puoi ritenerti troppo vecchio per usare quest’app. Zepeto nasce per la fascia giovane dei millennials, che forse sono già stanchi dei classici social e hanno bisogno di app sempre divertenti e stimolanti.  Apprezzato soprattutto dai fan del K-pop, oggi genere famoso anche in Italia, Zepeto si inserisce perfettamente nella cultura millennials. Secondo gli studi, infatti, l’82% dei millennials si conquista con contenuti altamente stimolanti dal punto di vista visivo e la gamification, in questo, è una garanzia.

2. Si possono creare stickers personalizzati

Se già sei un appassionato delle gif su Instagram, rimarrai piacevolmente sopreso da una delle funzionalità di Zepeto: gli stickers. Si può creare un’immagine animata completamente da zero: basta fare click su Crea un Emoji e si accede ad un editor in cui puoi provare decine e decine di combinazioni. Puoi aggiungere uno sfondo, modificare la corporatura del tuo avatar, cambiare l’espressione facciale a tua immagine e somiglianza. Una sorta di Bitmojis molto più curato nei dettagli.

3. Puoi guadagnare monete gratis

Sapevi che su Zepeto puoi anche guadagnare qualcosina? Tutte le opzioni personalizzate sono a pagamento, ma ci sono alcune task gratuite che ti permettono di accumulare dei soldini da spendere nel gioco. Basta completare le Daily Quest o tentare la fortuna con Move Your Finger (Gratta e vinci) per ottenere monete virtuali da utilizzare per comprare un vestito alla moda per il tuo avatar o cambiare il taglio di capelli.

Mentre altri social come BitLife ti assegnano una vita fittizia, Zepeto ti lascia libero di creare una copia virtuale della tua quotidianità o una versione più cool. A differenza dei social tradizionali, in cui si pubblica una versione edulcorata ma realistica della propria vita, in Zepeto i giovanissimi sembrano apprezzare l’interazione degli avatar.

5. Le critiche sulla privacy degli utenti minorenni

Molti stanno definendo Zepeto un’app pericolosa. Gli adolescenti probabilmente fanno fatica a valutare la pericolosità di fornire così tanti dati ad un’app. Il social infatti è un’applicazione gratuita e trae profitto quasi interamente dagli ormai famosi acquisti in-app. Cosa significa? Che tutte le azioni per personalizzare il proprio avatar hanno un costo: scegliere l’abbigliamento che più si avvicini al gusto fashion della vita reale, o qualche accessorio in particolare. Nei Termini di Servizio, scritti in coreano, non si chiarisce bene l’uso che l’app fa dei dati raccolti, però è chiaro che vende a terzi tutte le informazioni ottenute dalla registrazione degli utenti. Discutibile, ma nulla di insolito ad oggi. Quel che non dobbiamo scordarci è che la maggior parte degli iscritti è minore.

Questo che ripercussioni potrebbe avere un giorno sulla social reputation durante un colloquio di lavoro? O come gestisce l’app le informazioni sul nostro aspetto fisico (dati sensibili ricavati dal selfie di registrazione)?

I rischi dei social e della social reputation

Se non hai mai sentito parlare di social reputation, ecco qui qualche delucidazione. La tua identità sul web lascia una traccia, pressochè impossibile da cancellare, perciò meglio pensarci due volte prima di pubblicare qualcosa. La web reputation è la percezione degli altri riguardo il nostro brand, nel nostro caso noi stessi.

Ti sei googlato almeno una volta? Ecco, lo fanno anche i recruiters quando stanno selezionando un nuovo candidato. È proprio in quel momento lì che dagli angoli più reconditi del web si apre il vaso di Pandora dei ricordi che avresti voluto far finire nel dimenticatoio. Prova a digitare almeno una volta il tuo nome e cognome per vedere che cosa si dice di te e ricordati di rendere privati tutti i profili social, se pensi che non siano a prova di colloquio di lavoro.

 

 

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Che dire, non so stare senza smartphone, mi piace passare serate sul divano guardando Netflix e, incredibilmente, posso stracciarti alla play.